Chi sono

Enrico Danilo VisciolaMi chiamo Enrico Danilo Visciola, sono nato a Foggia nel 1979.
Nel Ottobre del 1998 mi sono trasferito nella Capitale per studiare Informatica alla Sapienza. Nel febbraio del 2004 mi sono laureato in Informatica e nello stesso anno ho avviato un’attività imprenditoriale per la fornitura di consulenze informatiche, progettazione e sviluppo software web based.
Dopo aver lavorato per 11 anni a Roma come Informatico, ora mi ritrovo a vivere a Formia e lavoro come CIO dell’azienda di cui sono socio, un tour operator conosciuto come DLT Viaggi.
Per la maggior parte del tempo sono impegnato nel mio lavoro che richiede una costante documentazione, studio, ricerca e sviluppo; il chè mi lascia molto poco tempo per altre attività che adoro.

Sono un motociclista per passione e quando il tempo a disposizione me lo concede mi piace avventurarmi con la moto per l’italia o andare in pista a cercare limiti estremi.

Sono anche un automobilista, non solo perché ho la patente, ma perché mi piacciono le automobili ed i motori in genere.

Da pochi anni sono anche uno snowboarder e d’inverno sostituisco la moto con la tavola. Sto iniziando ad apprezzare la neve fresca e la sensazione di libertà che ti trasmette.

Mi piace viaggiare, ma non con l’aereo, mi piacciono soprattutto i viaggi in moto che fanno conoscere da vicino il territorio anche se questo è solo di passaggio.

La mia vita è stata segnata da 8 anni di scoutismo; anni che hanno formato il mio carattere grazie ad esperienze molto forti.

Amo la tecnologia ed amo esserne padrone, quindi amo il mio lavoro che porto avanti con passione confidando sul fatto che la passione unita alla professionalità non può che dare ottimi risultati.

Odio i venditori di fumo, non gli spacciatori di hashish, ma quelle persone che promettono più di quello che possono sostenere o che basano il loro modo di agire sul fatto che l’apparenza è meglio dell’essenza. Nell’epoca che ci troviamo a vivere quest’affermazione è alquanto controcorrente; ma questo sono io.
Non condanno l’apparenza e l’immagine, ma solo quando questa non è suffragata dall’essere.