Apr 122008

Nella mia carriera ho avuto a che fare con 5-6 personaggi classificati come commerciali e molti personaggi orientati allo sviluppo e la produzione. Per quanto non si debba generalizzare mi sento di affermare che i marketer sono solitamente delle persone estroverse, istintive, sregolate che tentano in ogni modo di evitare la programmazione e la prevedibilità degli eventi. Dall’altra parte i developers sono assolutamente razionali, abbastanza prevedibili, spesso introversi, ed hanno una vita regolare. Le caratteristiche pressoché opposte delle 2 classi sono tipicamente dettate dalla deformazione professionale.

I reparti di marketing e produzione all’interno di un’azienda sono spesso in discussione tra loro poichè il marketing vorrebbe avere la libertà di vendere e proporre soluzioni o prodotti di qualsiasi genere pur di assecondare il cliente ed eventualmente ottenere la percentuale di vendita (o nel caso in cui il marketer sia il titolare d’azienda ottenere il lavoro), dall’altro canto la produzione vorrebbe fare pianificazione di produzione incentrando il prodotto o servizio.
In pratica il marketing vorrebbe che si realizzassero i prodotti/servizi su richiesta specifica del cliente, mentre la produzione vorrebbe che il marketing vendesse i prodotti che ha pianificato.

Fatto il punto sul conflitto i 2 reparti dovrebbero avere la maturità di negoziare una soluzione che consenta:

  • Di soddisfare funzionalmente il cliente e/o il marcato di riferimento
  • Mantenere tempi e costi ragionevoli per essere competitivi
  • Guardare a lungo termine per evitare costanti costi di gestione post vendita che fanno perdere il senso dei costi di progetto
  • Saper prevedere il futuro e riuscire a farsi trovare preparati

Solitamente il marketing tende a soluzioni che massimizzino il guadagno iniziale e cerca di fare una previsione sul futuro su cui spesso investe il capitale del guadagno iniziale mettendo in secondo piano i costi di gestione postvendita di un progetto.

La produzione tende invece a investire tutto il suo sforzo per la generalizzazione dei processi produttivi cercando di rendere il software “standard” in modo tale che vada bene per vari clienti e per varie esigenze. Questo però costa di un tempo di sviluppo maggiore che ottimizza i costi di postvendita, ma allarga i costi iniziali. In più cerca l’ottimizzazione maggiore a scapito del tempo da dedicare a nuovi servizi.

Probabilmente, come spesso accade, la soluzione migliore è nel mezzo; percui il marketing dovrebbe cercare di pianificare con il reparto di produzione lo sviluppo di software maggiormente richiesto dal mercato e/o per il quale conviene investire ed avere la “pazienza” di vendere solo quanto pianificato e non oltre e raccogliere altri spunti dal mercato da poi proporre alla roadmap di sviluppo. D’altro canto la produzione deve produrre software modulare quanto più adattivo possibile alle varie esigenze e capricci del mercato focalizzando al tempo stesso gli obiettivi.

Tutto ciò deve essere fatto con la coscienza di entrambi che la collaborazione permette di giungere ad un unico obiettivo che sia quello qualitativamente più alto il che, in seconda battuta, può rivelarsi il più valido.

Spesso capita che non si riesce a scendere ad un compromesso, magari perchè una delle 2 parti ha un potere decisionale più forte, fatto sta che spesso si trovano in giro aziende che sanno vendere bene qualcosa di scadente o aziende che hanno prodotti ben fatti, ma costosi e/o di nicchia che non consentono il ritorno economico atteso.

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